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"...L'"Anti-Justine" è la ricerca lirica delle ebbrezze condivise, una quête, un andare in cerca, più solare che sulfurea, di un tutto-è-permesso, al di fuori della sofferenza, al di fuori dell'umiliazione della schiavitù. [...] Concepita in origine come una sconvenienza con lo scopo di spaventare, in duecento anni l'opera ha assunto gli accenti di un benefico sollievo. L'immondo di ieri vale più del mondo di oggi. Squarcia con un dardo fiammeggiante il nostro spleen, i nostri grigiori, le nostre morte vocazioni, fino a torcere il collo alla logica. Bisognerebbe accoglierlo con l'esaltazione di chi lascia soffiare in se stesso la tempesta purificatrice." (Dallo scritto di Marcel Moreau)